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C’è un altro modo di concepire la relazione tra opera, spazio e spettatore. Un modo più poroso, meno retorico, in cui l’arte non si mostra, ma si insinua. È questa la premessa da cui prende forma INTRA, mostra collettiva a cura dell’Associazione Minuta Contemporanea, allestita in un appartamento privato all’interno del seicentesco Palazzetto Palmieri, nel centro storico di Lecce.

Nove artisti – tra cui Francesco Arena, Pino Pascali, Mario Schifano, Carlo Zauli, Michele Zaza, Raffaele Quida – dialogano con un contesto domestico che non fa da semplice contenitore, ma agisce come dispositivo relazionale. Qui, le opere non si impongono alla vista: si fanno presenza. In alcuni casi si rivelano per gradi, in altri interrompono il fluire ordinario dello spazio con discreta radicalità.

Il titolo, INTRA, rimanda al latino arcaico: “dentro”, “all’interno”. Ma non si tratta soltanto di una collocazione spaziale. Si entra in un luogo, sì, ma anche in una dimensione percettiva più densa, più attenta, che chiama in causa prossimità, tempo, presenza. L’arte, qui, non è da contemplare a distanza: è con-vissuta. Si fa soglia tra pubblico e privato, tra gesto artistico e realtà abitata.

 

Raffaela Quida, Mostra "Intra, articolo su Beyond the Magazine
Raffaele Quida

Il progetto curatoriale si distingue per la qualità degli accostamenti e per la capacità di far coesistere nomi storici e linguaggi contemporanei senza forzature né didascalismi. Così accade che l’archetipica libertà formale di Pascali risuoni accanto alla fragilità strutturale delle opere di Quida, che la trasfigurazione rituale di Michele Zaza trovi un controcampo nel lirismo materico di Scaccabarozzi, che le geometrie sospese di Montinaro si confrontino con la dimensione performativa della pittura di Schifano.

Il Palazzetto Palmieri non è un semplice sfondo. Edificato su preesistenze messapiche e su un antico convento di suore francescane, rielaborato nel XVII secolo dall’architetto Giuseppe Zimbalo, il palazzo rappresenta una sintesi stratificata tra barocco leccese, storia spirituale e intervento contemporaneo. Recentemente restaurato dall’architetto Francesco Greco, oggi si propone come spazio fluido, capace di accogliere progetti espositivi che sperimentano nuove modalità di fruizione.

In questo senso, INTRA si distingue come progetto-pilota di contaminazione culturale intelligente, dove arte, architettura e vita si incontrano su un piano di coerenza formale e concettuale. Una mostra che non tematizza la dimensione del “privato” come rifugio estetizzante, ma la attiva come soglia di senso. Il quotidiano non è negato: è ridefinito.

Il risultato è un’esperienza espositiva stratificata e non convenzionale, che interroga la nozione stessa di spazio e propone, con rigore e misura, un modo alternativo – più necessario – di portare l’arte dentro la vita.

Photocredit: Intra