Parigi si conferma, ancora una volta, epicentro pulsante dell’arte contemporanea. La scelta del Grand Palais come cornice e la partecipazione di oltre duecento gallerie da tutto il mondo siglano l’importanza crescente della capitale francese come crocevia di culture, linguaggi e visioni.
Un’occasione imperdibile non solo per collezionisti e addetti ai lavori, ma anche per chi ama immergersi nella vitalità creativa di una città che non smette mai di reinventarsi.
Durante la settimana di Art Basel Paris 2025, l’arte ha travalicato i confini del padiglione per “invadere” la città: installazioni pubbliche, mostre temporanee, performance e incontri hanno trasformato Parigi in un palcoscenico diffuso, in cui la creatività si è intrecciata al ritmo urbano.

Dal 24 al 26 ottobre, con anteprime e preview nei giorni precedenti, Art Basel Paris ha ospitato 206 gallerie provenienti da 41 Paesi, di cui 63 francesi.
Tre le sezioni principali:
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Galleries, dedicata ai grandi maestri e ai protagonisti contemporanei;
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Emergence, vetrina per i nuovi talenti;
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Premise, sezione curatoriale con progetti e opere anche precedenti al 1900.
Un format pensato per restituire un panorama completo, dove la memoria dialoga con la sperimentazione.
L’obiettivo è chiaro: consolidare il ruolo di Parigi come “creuset delle avanguardie”, punto di incontro fra arti visive, moda e industrie creative.

Tema centrale di questa edizione è stato il dialogo tra arte e moda, esplorato attraverso l’iniziativa Oh La La! curata da Loïc Prigent.
Il titolo, À la mode, ha invitato le gallerie a presentare opere che interrogano il concetto di abito, stile e visibilità.
Emblematica la collaborazione tra Louis Vuitton e Takashi Murakami, che ha dato vita a una installazione monumentale all’interno della fiera: un’opera che esprime la forza con cui un marchio del lusso può entrare nel linguaggio dell’arte contemporanea, trasformandosi in materia concettuale.
La presenza di maison e brand del settore tra i partner conferma come la moda resti interlocutrice privilegiata dell’arte, non più semplice cornice estetica ma parte integrante del discorso culturale.
Le ragioni di questa alleanza sono molteplici.
Sul piano estetico, la moda porta all’arte una nuova dimensione esperienziale, in cui il “vedere” si fonde con l’“essere presenti”: un invito a vivere l’arte come performance di sé.
Sul piano mediatico, l’interazione con i grandi marchi genera visibilità globale e risonanza cross-industriale, allargando la platea dei collezionisti e alimentando il fascino internazionale della fiera.
Ma è soprattutto sul piano concettuale che la sinergia si fa potente: l’abito come scultura, il corpo come tela, il gesto del vestire come atto artistico.
Una visione che trasforma il fashion system in un laboratorio estetico e antropologico.

L’edizione 2025 ha riservato particolare attenzione anche ai tessuti e alle materie prime, restituendo alla fibra e alla sartoria il ruolo di medium artistico.
Dalle opere che reinterpretano il tailoring alla scultura, fino alle installazioni che evocano l’universo dell’immagine e del design d’abito, Art Basel Paris si è rivelata un crocevia di contaminazioni.
Una rarissima occasione in cui il mondo dell’arte “alta” e quello della moda si incontrano in modo strutturato e reciproco, generando riflessioni che superano le categorie tradizionali.
Per chi lavora nel fashion design, nel textile o nel design d’autore, questa fiera è stata fonte di ispirazioni fortissime: texture, materiali, identità, corpo, immagine. Tutto riconduce al tema dell’arte come linguaggio incarnato, vissuto, indossato.
Con la sua doppia anima – elegante e rivoluzionaria – Parigi riafferma la propria centralità nel panorama internazionale.
Art Basel Paris 2025 non è stata solo una fiera, ma un laboratorio di visioni dove arte, moda e design si sono fusi in un’unica esperienza.
Una città che, ancora una volta, riesce a far dialogare il passato con il futuro, la couture con la pittura, l’atelier con il museo.
E in questo dialogo, la moda non veste solo i corpi: riveste il pensiero.
