In un’epoca in cui l’ospitalità evolve da semplice funzione a racconto immersivo, l’acqua emerge come elemento progettuale centrale, capace di trasformare lo spazio in emozione. Durante la Hospitality Design Conference 2025 di Teamwork, Beyond the Magazine, in qualità di media partner, ha raccolto le riflessioni di alcuni tra i protagonisti di questa transizione, restituendo uno spaccato stimolante sul futuro dell’hospitality di alta gamma.

Ad aprire il dialogo, l’architetto Enrico Turella, fondatore dello studio LuoghiCOMUNI, che da quasi due decenni esplora il linguaggio dell’acqua in chiave architettonica. «L’acqua è il mio elemento – afferma– e può diventare il centro pulsante dell’esperienza in hotel, accogliendo e proteggendo i ricordi degli ospiti». Una visione poetica che si traduce in progetti dalla forte impronta sensoriale e rituale.
Tra le case history presentate, spicca una raffinata micro-architettura del benessere: uno spazio ridotto al minimo che, integrando tecnologie d’avanguardia, trasforma la cabina doccia in hammam privato. Questo modulo esperienziale, replicato in suite e stanze superiori, non solo amplifica la percezione del lusso, ma genera un tangibile incremento della revenue. L’acqua, in questa narrazione, non è servizio ma segno distintivo, componente viva dell’identità progettuale.
Un terzo progetto, in fase di realizzazione lungo la Costiera Amalfitana, esprime pienamente questa filosofia: ville sospese sul paesaggio, concepite come “diamanti esperienziali” incastonati nella roccia, in cui la contemplazione dell’elemento naturale diviene gesto architettonico.
Questi e altri progetti nascono dalla collaborazione sinergica tra Turella e Innocenzo Pochini, Direttore Tecnico di Myrtha Pools, azienda leader nella progettazione di impianti natatori e soluzioni modulari per l’ospitalità di alta gamma. Il loro sodalizio progettuale unisce visione creativa e precisione tecnica, con un approccio integrato che considera l’acqua non come semplice complemento, ma come struttura narrativa dello spazio.

«L’acqua è materia viva, e come tale richiede soluzioni dinamiche», osserva Pochini. Da qui, l’impiego di materiali innovativi, leggeri e performanti, che permettono realizzazioni complesse in contesti estremi, mantenendo un equilibrio perfetto tra estetica, sicurezza e funzionalità. In alcuni progetti, ponti mobili azionati da pistoni meccanici ridefiniscono lo spazio in tempo reale, offrendo nuove modalità di fruizione.
Particolarmente illuminante è stato il riferimento alle piscine olimpioniche progettate per Parigi, dove la precisione è assoluta: un solo millimetro di scarto compromette l’omologazione e, con essa, l’integrità dell’intero impianto. Una sfida ingegneristica che si intreccia con l’identità pubblica del luogo.
Il tema della sostenibilità è stato affrontato con pragmatismo e visione. «Non esiste vera sostenibilità senza digitalizzazione», affermano entrambi i relatori. Il monitoraggio puntuale dei consumi e la gestione intelligente delle risorse si affermano come criteri imprescindibili, non solo per ridurre l’impatto ambientale, ma per generare valore reale e durevole nella vita delle persone.
A chiudere, l’invito dell’architetto Turella alla progettazione multidisciplinare: «Abbiamo l’opportunità straordinaria di creare meraviglie — se impariamo a far dialogare la tecnica con il desiderio». Un auspicio, ma anche un monito: l’acqua, capricciosa e potente, chiede di essere ascoltata, non solo progettata.
Photocredit: LuoghiCOMUNI e Myrtha Pools