C’è un’Italia che non fa rumore ma lascia il segno. È l’Italia del “fatto bene”, del “coltivato a mano”, dell’accoglienza che non si improvvisa. Un’Italia che torna protagonista in una giornata memorabile organizzata da RutaN, tenutasi lunedì 26 maggio presso il ristorante Ombrina Ombretta di Pineto, sulla costa adriatica.
Un evento pensato per chi vive il mondo della ristorazione non come un mestiere, ma come vocazione: osti, enotecari, chef e ristoratori hanno preso parte a un incontro curato in ogni dettaglio, dove il racconto delle eccellenze ha assunto il tono sincero e profondo che solo la materia prima, e le mani che la lavorano, sanno restituire.
Champagne: il racconto agricolo dietro la bollicina
A guidare la parte più evocativa dell’incontro è stata la degustazione dei vini di Philippe e Delphine Marechall-Bonnard, vigneron indipendenti giunti direttamente dalla Champagne. Una presenza che ha portato in sala non solo bottiglie di grande integrità territoriale, ma anche una testimonianza viva di viticoltura sostenibile e familiare.
La degustazione è stata condotta da Nicola Roni, Ambasciatore ufficiale dello Champagne, che ha saputo offrire una lettura tecnica e appassionata dei vini: dai Blanc de Blancs che raccontano il gesso e la verticalità, fino ai blend più complessi, perfetti per la tavola gastronomica contemporanea.
La pelle, il tempo e la precisione: la lezione di Stefanomano
In parallelo, l’arte della pelletteria artigianale italiana ha trovato spazio attraverso le creazioni di Stefanomano, presentate dal fondatore Stefano Gasparroni. Il progetto, nato per recuperare la tradizione manifatturiera e renderla attuale, affonda le radici in una filiera corta e responsabile, con pellami selezionati e lavorati interamente a mano nel rispetto della lentezza necessaria a produrre qualità.
Un viaggio gastronomico che parte dalla terra
L’evento ha messo in luce anche alcune delle realtà gastronomiche più interessanti del Centro Italia:
– Tama Caffè, torrefazione di nicchia che lavora solo arabiche selezionate, ha offerto un percorso degustativo incentrato sull’equilibrio e sulla persistenza aromatica;
– Forno Sgranocchia, laboratorio panificatore che lavora con lievito madre e grani antichi, ha portato in tavola fragranze dimenticate e consistenze sincere;
– Tre eccellenze olearie – Iacovella, Monaco e Marina Palusci – hanno raccontato, ciascuna a modo suo, la biodiversità olivicola abruzzese e il valore della monocultivar;
– Infine, il gelato artigianale di Santo Gelato, prodotto con materie prime naturali e una tecnica raffinata, ha chiuso la giornata lasciando in bocca la sensazione netta di un ritorno al “vero”.
Design e movimento: quando il dettaglio è anche dinamico
A rendere l’evento visivamente sorprendente ci hanno pensato due supercar Jeep, tra cui una Wrangler Sahara messa a disposizione dalla concessionaria Auto4: un’icona di potenza e libertà, capace di reinterpretare lo scenario rurale in chiave lifestyle senza mai risultare invasiva.
Conclusione: la cultura gastronomica come gesto quotidiano
Mani, Materia, Maestria non è stato solo il titolo dell’evento: è un’idea di futuro possibile. Quello in cui il lusso non è nella quantità, ma nella qualità. In cui il vino ha ancora un volto e il pane una storia.
E dove ogni esperienza gastronomica, per essere davvero significativa, deve partire dal rispetto: per il tempo, per il sapere artigiano, per il gusto autentico.