Cocktail, arte e umanità. Così si ridefinisce l’evento urbano.
Non era un vernissage. Non era un semplice aperitivo.
Il Mystic Art Cocktail, andato in scena giovedì 12 giugno presso l’Amedia Hotel Milano Trademark Collection by Wyndham, è stato un gesto: di stile, di visione, di connessione.
Cocktail calibrati con eleganza, una colonna sonora discreta e una sensazione, sempre più rara, di essere esattamente nel posto giusto.

Il merito è della visione di Federica Foschi, direttrice dell’hotel, che ha trasformato un indirizzo nel cuore di SeiMilano, hub urbano milanese, in uno spazio vitale, attraversato da clienti, giornalisti, creativi e spiriti affini.
Ma soprattutto, in un luogo che ha saputo includere lo staff come parte integrante dell’esperienza. Non una semplice squadra di operatori del turismo, ma protagonisti silenziosi di una narrazione collettiva.
Un gesto in controtendenza rispetto a un mondo dell’hospitality che troppo spesso dimentica l’anima a favore della funzione.
Al centro della serata, l’universo artistico di Elena Brovelli, artista emergente dalla cifra spirituale e materica.
Le sue opere, intense e tridimensionali, non chiedono di essere guardate, ma attraversate.
Il cuore pulsante dell’evento è stata una sala immersiva dove parole sospese, stoffe e silenzi hanno posto domande profonde, lasciando al visitatore la libertà – e la responsabilità – della risposta.
A chiudere il cerchio emotivo: il gesto simbolico della pesca del “Ching”.
Un piccolo messaggio da conservare nel portafoglio, da rileggere quando la vita accelera, da ritrovare nei giorni in cui serve un segno.
Un’idea semplice e potentissima, che ha trasformato l’esperienza artistica in traccia personale.
Con il Mystic Art Cocktail, Amedia Hotel Milano ha firmato qualcosa di nuovo.
Un format dove l’arte non è ornamento, ma linguaggio.
Dove l’ospitalità diventa un fatto culturale.
Dove la connessione umana è l’unico lusso che conta davvero.