La mostra per Palazzo dei Diamanti è un imponente evento espositivo che riunisce oltre 100 pezzi originali dell’artista britannico.

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La mostra avrà luogo a Palazzo dei Diamanti, prodotta da Metamorfosi è la prima mostra voluta da Vittorio Sgarbi come presidente di Ferrara Arte. “La mostra è solo apparentemente in controtendenza rispetto al passato” spiega Gianluca Marziani, co-curatore della mostra per Metamorfosi insieme a Stefano Antonelli e ad Acoris Andepa.

Quelle prodotte prima da Ferrara Arte sono sempre mostre di grande qualità, oltre che di raffinatezza e sensibilità, considero quella su Previati una mostra splendida, mai l’artista è stato messo a fuoco in un modo così giusto”. Sulla scelta di Vittorio Sgarbi nel portare Banksy a Ferrara, per Marziani “credo sia stata una scelta molto intuitiva”.

La mostra su Banksy, per il curatore, “ha una sola differenza rispetto al passato di Palazzo dei Diamanti: anziché portare un artista dell’Ottocento o del Novecento, l’artista questa volta è estremamente contemporaneo, è il cuore del nostro tempo”.

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La ricerca metodologica, scientifica, però, per Marziani non si discosta dal passato: “Banksy nel nostro lavoro viene studiato in un modo parimenti scientifico rispetto alle mostre del passato di Ferrara Arte. Ogni opera in mostra – assicura – gode del 100% dell’ufficialità e delle autorizzazioni del gruppo di Banksy. Laddove c’era un dubbio, anche minimo, ci siamo fermati e non abbiamo inserito l’opera in mostra”.

Sarà una mostra che farà discutere? Gianluca Marziani un po’ lo si spera. “Ferrara è una realtà colta e raffinata, insieme al resto dell’Emilia è forse tra le più alte del paese. E qui sta la vera intuizione di Sgarbi: portando Banksy ai Diamanti, si intercetta una fetta di pubblico che ai Diamanti altrimenti non andrebbe. Per Previati, un ragazzino della provincia emiliano-romagnola non viene a Ferrara, per il fenomeno artistico del momento, con tutte le sue virtù e con tutte le sue criticità, molto probabilmente sì”.

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Portare l’opera di uno street artist in un museo è sempre una sfida, quella di Metamorfosi è “rispecchiare l’anima ‘urban’ di Banksy, stradale e collettiva, rappresentata negli originali, che si trovano sui muri delle città, o presi da qualcuno, o andati dispersi – spiega Marziani –. Questa anima va rispecchiata, sublimata dentro a un museo, ma va sempre valutata come parte di un percorso, dove l’anima è e rimane nei suoi interventi su strada, più o meno legali, più o meno abusivi, ma sempre con un loro ‘perché’. Di tutto questo, noi siamo dei registratori, fedeli e analitici”.

In mostra ci saranno oltre 100 opere di Banksy, alcune nuove rispetto alla mostra a Genova sempre curata  e prodotta da Metamorfosi.